Salve!
L’argomento di oggi vuol portare alla luce un problema che purtroppo sempre più è entrato a far parte del nostro quotidiano, ma del quale si sa molto poco o addirittura nulla: l’elettrosensibilità.
Anche se questa parola può essere sconosciuta alla maggior parte delle persone, penso però che ognuno di noi in maniera più o meno intensa si sia trovato a far i conti con alcuni di questi sintomi:
- cefalea
- insonnia o sonno non ristoratore
- debolezza e facile esauribilità fisica
- riduzione della memoria e della concentrazione
- dolori localizzati o diffusi sia brucianti che lancinanti
- disturbi dell’equilibrio, uditivi, visivi
- alterazioni dell’umore e del carattere
- sbalzi pressori
- palpitazioni cardiache
Nella maggior parte di noi i sintomi sono molto simili, anche se di diverso grado e generalmente le comuni terapie farmacologiche sono pressoché inefficaci.
La sintomatologia si verifica a livelli di CEM (Campi ElettroMagnetici) comunemente tollerati dalla popolazione generale e nei limiti di legge, regredisce con l’allontanamento da essi, ma al ripetersi delle esposizioni può diventare continua, compromettendo talmente l’efficienza e lo stato di benessere fisico da indurre un sovvertimento della vita familiare, sociale e lavorativa.[1]
Esistono punti di vista contrastanti riguardo questa problematica: in alcuni paesi, come la Svezia, è già stata riconosciuta come malattia invalidante a tutti gli effetti e molto viene fatto per tutelare chi ne soffre. Anche altri paesi come USA, Canada, Germania, Regno Unito, Francia si stanno muovendo affinché ci sia un riconoscimento del problema da parte della sanità pubblica. Non è così in Italia, dove la questione è al centro di un forte dibattito. Protagonisti della diatriba sono da una parte l’Associazione Italiana Elettrosensibili (A.I.E.) e l’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.) – che lottano per il riconoscimento della patologia – dall’altra le istituzioni e la Società Italiana di Elettromagnetismo (SIEm) che appoggia la posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo cui l’elettrosensibilità sarebbe solo una suggestione psicologica.[2][3]
Queste poche righe non bastano a spiegare un problema di così grande portata e con una velocità di crescita così elevata. Girando sul web troverete moltissime informazioni e testimonianze a riguardo; tra tutte ne ho scelte due interessanti da proporvi:
- la testimonianza di una persona costretta a vivere con questo grave handicap, confinata tra le mura di una cucina: https://elettrosensibili.wordpress.com/2015/12/30/noi-malati-di-wi-fi/
- la prima sentenza d’appello di un tribunale tedesco che ha riconosciuto l’elettrosensibilità come malattia professionale: http://e-smogfree.blogspot.it/2014/07/sentenza-tedesca-dappello-che-riconosce.html
L’Isola delle colombe vuole prendere una chiara posizione al fine di incrementare la diffusione e la conoscenza di questa problematica che si lega purtroppo ad un’altra strettamente correlata ed anch’essa in forte sviluppo, la SCM (Sensibilità Chimica Multipla) di cui parleremo in un prossimo articolo. Più crescerà la consapevolezza a riguardo e più si potrà e dovrà pretendere affinché i luoghi in cui viviamo e lavoriamo non siano un rischio per la salute nostra e dei nostri cari.
Vi invito a visionare il sito dell’associazione A.M.I.C.A. che si occupa di queste tematiche: http://www.infoamica.it/
Con questo concludo, augurandovi buona domenica e buon inizio settimana. 🙂
NOTE:
[1] CEM ed Elettrosensibilità, Associazione Italiana Elettrosensibili
[2] Elettrosensibilità, una malattia non da tutti riconosciuta, Terranauta
[3] Un caso per la Commissione dei Diritti dell’Uomo, Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale