Con questa mia lettera desidero richiamare l’attenzione su un problema che ormai riguarda tutti.
Io sono Tiziano, 43 anni, abito in Trentino e da circa 4 anni sono elettrosensibile EHS (CEM), in particolare alle onde frequenze WiFi, che ormai imperversano senza controllo alcuno ovunque (piazze, scuole, ospedali, uffici, mezzi pubblici, biblioteche, oltre che in hotel, ristoranti e nelle nostre stesse abitazioni). Il mio disturbo si manifesta sotto forma di formicolio e bruciore al nervo trigemino, disturbi all’occhio destro, bruciore alla gola, mal di testa e – quando sono esposto a lungo – tachicardie.
Sono stato visitato da molti medici, alcuni dei quali nemmeno a conoscenza dell’esistenza di una simile patologia, mentre altri – più informati – sapevano di tali sintomi provocati dall’esposizione alle onde frequenze WiFi.
La prima reazione è stata di disagio e smarrimento, insieme alla frustrazione per il non essere sempre creduto! Poi ho cominciato a documentarmi ed ho scoperto che anche altre persone soffrono di tali disturbi, ho trovato competenti pareri medici e documentazione scientifica, soluzioni per proteggersi e schermare gli ambienti di vita. Ho, quindi, sviluppato contatti e scambi di esperienze con altri che soffrono di tale disturbo sia in Italia che all’estero. Ho scoperto che i sintomi derivanti da tali radiazioni possono sfociare in cefalee, insonnia, debolezza, riduzione della memoria, dolori localizzati, disturbi all’equilibrio, uditivi, visivi, alterazione dell’umore, sbalzi di pressione, palpitazione cardiache e nei casi più gravi dicono, che col passare del tempo, possano provocare tumori, leucemie, Alzheimer, ecc…
Molti non sanno che le frequenze degli apparecchi WiFi sono le stesse che utilizzano i forni a microonde usati per cucinare. Queste radiazioni vanno ad interferire sulle molecole dell’acqua, surriscaldandole e, se pensiamo che il nostro corpo è formato per il 90% di acqua, lascio a voi immaginare quali disturbi possa alla lunga provocare una simile esposizione.
Non è mia intenzione fare una crociata contro l’innovazione tecnologica, ma ritengo ingiusto che Stato, Province e Comuni ci sottopongano a questa folle “sperimentazione tecnologica di massa“, senza prima averci consultati (su questo non ci è mai stato chiesto il consenso informato!) e senza alcuna considerazione su potenziali rischi per la nostra salute.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha riconosciuto i campi elettromagnetici a radiofrequenze (wireless) come agenti cancerogeni sugli esseri umani, sconsigliandone l’esposizione soprattutto a bambini e ragazzi, poiché il loro organismo assorbe maggiormente queste radiazioni.
Mentre in Italia si sta diffondendo questa tecnologia e, della qual cosa, se ne fa un grande vanto, in altri Stati essa viene smantellata da scuole, ospedali ed altri luoghi pubblici, ciò in linea con il principio di precauzione, suggerito dall’aumento di persone che accusano disturbi causati da queste fonti di radiazioni.
Le soluzioni cablate, ossia via cavo, seppur più costose, rappresentano una valida alternativa ai sistemi WiFi, non implicando esse nessun rischio reale o potenziale per la salute della popolazione.
Consapevole che questa “battaglia” sarà difficile – gli interessi economici in gioco sono enormi – da parte mia farò tutto quello che è nelle mie possibilità per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni su questo problema.
Sono in contatto con l’Asssociazione Italiana Elettrosensibili, l’Associazione A.M.I.C.A. di Roma e con altre persone in Trentino che soffrono di questi disturbi o sono sensibili alla tematica, e stiamo costituendo un comitato anche qui in Trentino.
Se condividete il mio pensiero o avete dei suggerimenti su tale questione, vi invito a scrivermi a tiz007@virgilio.it
Intanto faccio un appello a tutti i cittadini, raccomandando loro di spegnere gli apparecchi WiFi almeno quando non vengono usati e soprattutto di notte.
Tiziano